La prima bandera rossa. Foto di mio nonno |
Durante il fascismo, la Villetta di via Passino,
un piccolo vecchio casale della campagna romana, fu destinato alla
casa del Fascio o casa Littoria.
Cos’era
una casa del Fascio?
Lo
statuto del Partito Nazionale Fascista (approvato con regio decreto
del 20 dicembre 1929) recitava come segue: Il P.N.F. è costituito
da Fasci di combattimento, che sono raggruppati in Federazioni
provinciali. Il Fascio è l’organismo fondamentale, e deve
raccogliere, intorno al Gagliardetto, gli italiani più sicuri per
fedeltà, per onestà, per coraggio, per intelletto.
Nella
revisione dello statuto del 20 novembre 1921 viene aggiunta
l’indicazione seguente: In
quelle località dove i fascisti raggiungono almeno il numero di 20
può costituirsi un Fascio. Le
case del fascio, furono in campo architettonico l’espressione
diretta del regime. La maggior parte delle case veniva realizzata con
fondi provenienti da donazioni: generalmente si procedeva a
riadattare vecchie strutture o a costruirne di nuove. Le case
servivano per accogliere la sezione politica, ma soprattutto per
fornire ai cittadini una serie di servizi: uffici e celebrazioni del
partito, svago e ristoro, educazione fisica e culturale. Così, per
tutto il ventennio, la Villetta, fu il riferimento nel quartiere
Garbatella, dell’unico partito permesso allora.
sbarco ad Anzio |
Il
4 giugno del 1944 gli americani, sbarcati ad Anzio nel mese di
gennaio, entrarono finalmente a Roma.
Quel
giorno, all'alba, l'esercito tedesco che a lungo aveva cinto in una
morsa di terrore Roma, si ritirava silenziosamente. Purtroppo però
qualche mese prima, per forzare la ritirata tedesca, gli americani
bombardarono il quartiere Ostiense e la Garbatella,
I
romani festanti e finalmente liberi dall’occupazione tedesca,
uscirono nelle strade. Come gli altri quartieri della capitale, anche
la Garbatella ebbe la sua “liberazione”.
L'immagine è stata scattata da mio nonno, è un’autoblinda che percorre il tratto di via delle
Sette Chiese, quello dove oggi sorge la Circoscrizione. Si noti, sullo
sfondo, il retro della scuola Cesare Battisti e gli orti di guerra,
che in quegli anni, sfamarono i romani.
Autoblinde
guidate dai soldati Usa, passarono nelle vie del quartiere anche qui
accolti dalla gente che usciva di corsa dai lotti per festeggiarli.
Scrive
Gianni Rivolta nel numero del
25 aprile 2009 di Cara Garbatella:
“La sera del 4
giugno a Garbatella era tutta una festa, nelle case e nei cortili dei
lotti si improvvisarono serate danzanti con orchestrine e giradischi.
L’incubo dei nove mesi di occupazione tedesca era finito. Nell’aria
si respirava qualcosa di nuovo, una nuova stagione di partecipazione,
di libertà e di democrazia.
Nell’assalto alla
“Villetta” non si sparò. Il Gruppo fascista “Mario Sonzini”,
vista la mala parata, era già stato abbandonato dal fiduciario
rionale e dalla responsabile del gruppo femminile, che avevano
fiutato il pericolo. L’azione, armi in pugno, fu condotta da un
gruppo di fuoco comandato da Libero Natalini e da Peppe Lombardi,
dirigenti della Brigata, con Armando Bartolucci detto “il
manciola”, Orlando Lombardi, i fratelli Coltellacci, Lamberto
Cristiani e Augusto Mazzoni.”
La sezione della
“Villetta” in seguito fu intitolata a Giuseppe Cinelli, comunista
di Garbatella martire delle Fosse Ardeatine, dove aveva trovato la
morte insieme al fratello maggiore Francesco.
La villetta come si presenta oggi |
Lo storico edificio, è sede di molteplici eventi culturali, nello specifico, concerti, con un'attenzione particolare al jazz.
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