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lunedì 12 novembre 2012

I Fisici

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La fisica: materia misteriosa, affascinante per alcuni, astrusa ed incomprensibile per altri.
Io appartengo alla seconda categoria. Il mio primo approccio “alla scienza” fu alla scuola media, quando attraverso i disegni esplicativi del libro di scienze, appresi il funzionamento delle leve ed i loro tre gradi. Con mia enorme sorpresa scoprii così, che molte cose di uso comune, vengono influenzate dalle leggi della fisica.
Passata alla scuola media superiore, ebbi finalmente coscienza che la materia non faceva per i miei gusti. Frecce tracciate, i vettori in termine tecnico, accompagnavano formule astruse, leggi da dimostrare delle quali non ho mai capito l’importanza e ormai completamente svanite dalla mia mente.
Il mio primo contatto con un fisico, parola che non definisce un abitante di chissà quale pianeta strano ed incomprensibile, ma persona che si dedica alla studio della scienza fisica, che per me era quasi la stessa cosa, fu con il mio professore di fisica delle superiori. Uomo definito affascinante dalle mie compagne di classe, non da me, che vi vedevo un personaggio più intento a pavoneggiarsi tra le tante ragazze estasiate della sua presenza, che interessato a spiegare il principio della termodinamica.
Questo per anni fu la mia unica esperienza al riguardo, conclusa con somma gioia da parte mia che ho sempre odiato tutto ciò che si può definire con formule e numeri.
Il destino però a volte gioca con le nostre vite e magari si diverte pure a stuzzicarci, così ha fatto in modo di mettere insieme me, persona poco incline alla materia e… “Il Fisico”: l’uomo per eccellenza, quello che appartiene alla categoria e ne porta la bandiera a testa alta. Vivere con una tale persona non è cosa facile. Un fisico, per prima cosa, vede il mondo in modo particolare, soltanto lui riesce a vedere particelle e forze che si agitano intorno a noi, così, quando meno te lo aspetti, lo vedi con aria assorta tutto preso da chissà quali calcoli matematici, mentre osserva una pallina che rimbalza sul pavimento. Tu guardi la stessa pallina, ma a parte il colore ed il fatto che fa rumore non noti nulla di più, lui invece ci vede molto altro.
La cosa si ripete spesso, magari mentre si sta infilando un calzino, improvvisamente gli si accende la lampadina,  chissà cosa ha attirato la sua attenzione, non si scoprirà mai. Ti lamenti perché odi lavare i pavimenti? Ebbene che problema c’è? Arriva Lui, e comincia a snocciolarti un possibile robot che ti potrebbe sollevare da ogni fatica. Lo vuoi, ti chiede speranzoso? Ma guarda un po’, pensi, io lavo e fatico e lui mi prende anche in giro! 
Invece non prendeva in giro affatto, l’uomo di scienza a volte è preponderante, alla fine dopo anni, scopri che il robot da lui ipotizzato è stato costruito e lo vendono altri.
Questa è l’altro faccia dell’uomo di scienza. Spulciare le piccole particelle dell’universo, andargli anche a rompere le scatole per far sbattere la testa le une contro le altre, ma non avere mai il senso degli affari.
Si suda e si lavora per la conoscenza, dato che fa rima con scienza. Non importa nulla, non importa il mondo fuori, il fisico è razza umana a parte. A volte dimentica anche di mangiare, tanto è preso “nell’avvitar bulloni”, come mi piace definire prosaicamente l’attività.
Dalle sue tasche, sempre piene, escono fili di rame, piccole viti, bulloni, a volte minuscoli cacciaviti, dimenticati nei numerosi momenti di distrazione, causata invariabilmente dall’esperimento in atto.
Quello descritto poi, è il fisico solitario. Se si mettono insieme più fisici, allora è come “eccitare”, in gergo scientifico, cariche negative e positive, le particelle si ricombinano ed esce fuori un equilibrio particolare, un mondo tutto speciale e un po’ chiuso in sé stesso, dove chi è “fuori” di questo mondo, spesso fatica a comprendere. Quando due o più fisici si trovano insieme, scatta spesso un particolare meccanismo o comunicazione non verbale tra loro, allora, li si vede fare capannello attorno ad un banale giochino infantile, e tutti si ritrovano a bocca a aperta a guardarlo, come fosse la scoperta scientifica del secolo, ma tu, misero mortale non capirai mai cosa loro vedano, stai lì semplicemente ad osservare la scenetta, indecisa se classificarli più bambini dei figli o grandi scopritori.
Il “fisico nucleare” nella credenza popolare, è colui che ha l’aria da pazzo, i capelli dritti e gli occhialetti sul naso, guadagna come un nababbo ed è perennemente preso dalle leggi dell’universo, che cerca di catturare in complicate formule espresse su una lavagna.
Nulla di più lontano dalla realtà. Magari non ha capelli per niente, non porta occhialetti perché ci vede benissimo o quasi, e non guadagna una barca di soldi, però è vero, che è molto preso dalle leggi dell’universo ma non sempre le esterna su una lavagna, la maggior parte delle volte le tiene per sé nei suoi innumerevoli ed astrusi quaderni, impilati sulla scrivania.
La scrivania del mio Fisico, è una estensione del suo cervello caotico. Lui dice di avere tutto sotto controllo, di avere un ordine ben preciso. Tu guardi e vedi la teoria del caos. Ogni sua scrivania è uguale a sé stessa, sapresti che è sua soltanto vedendone una.
Il Fisico medio, è anche tipo molto affamato, mai assistito ad una cena ufficiale? Sarà perché spesso dimentica di mangiare per avvitar bulloni, ma appena si radunano un certo numero di fisici davanti ad un rinfresco, è stato provato con complicati calcoli matematici che ci sarà l’assalto immediato per l’accaparramento del miglior boccone. Triste è chi non si getta nella pugna, resterà sicuramente a becco asciutto.
Passiamo ora all’abbigliamento, probabilmente hanno uno stilista segreto tutto per loro e non vogliono farcelo conoscere, uno che li ha studiati a lungo ed ha disegnato per loro lo stile del Fisico per eccellenza.
Pantaloni all’ultimo grido fisichese, un po’ larghi, leggermente calati, probabilmente chiazzati qua e là, perché sottoposti alla prova macchia indelebile. Felpa anonima di un bel grigio topesco, o maglione di lana che varia dalla nuance del blu universo profondo al color buco nero.
Molto spesso il loro stilista li consiglia di spagliare i calzini, non si devono uniformare alla massa del popolo pecorone, che diamine! Sono vietati i calzini anonimi, meglio a strisce colorate tipo Krasty il clawn dei Simpson, oppure uno grigio acceso ed uno marrone terra bruciata, tanto nell’ambiente difficilmente si noteranno.
Mai osservare le scarpe del Fisico per eccellenza, sicuramente impolverate, forse anche con qualche ragnatela, che si è formata nelle tantissime ore passate a far calcoli. Lui non ci fa caso, e ti guarda con occhi sgranati quando glielo fai notare. Davvero? - non me ne ero accorto – soggiunge - ma non posso perdere tempo per simili quisquilie inutili.
Facoltativo invece è l’uso della cravatta, considerato accessorio scomodo, odioso e costrittivo per eccellenza.
Qualcuno ama portarla, ma viene sempre considerato eccentrico nell’ambiente, di costui, si mormora dietro le quinte, che deve avere sicuramente nobili origini. Spesso invece, “l’accessorio” viene completamente dimenticato nell’armadio, e gli viene fatta prendere aria più o meno periodicamente in occasione delle sedute di laurea. Per il fisico, abituato a trovare spiegazioni di cose sconosciute, sarebbe troppo semplice indossarla come un normale mortale. Lui no! Ovviamente la ripiega, stando attento a non sgualcirla troppo e la ripone nella tasca, indossandola in corridoio, mentre corre nell’aula, dove deve assiste alla seduta di laurea, questo perché la cerimonia esige un minimo di etichetta.
La giacca, alcuni la indossano in occasioni importanti, altri la ignorano comunque. Si tratta di accessorio di solito abbinato ai pantaloni, non si vede quasi mai un fisico in completo come un manager. Bisogna portare alta la bandiera della categoria, perciò, una bella giacca di tweed viene spesso abbinata a jeans, inseguendo uno stile un po’ casual, tipico del Fisico, il quale mai chiude l’ultimo bottone della camicia che indossa sotto, solitamente ricoperta dal maglioncino anonimo.
Devo spezzare una lancia in loro favore, sono persone con interessi che spaziano a 360 gradi. E’ vero che esaminano il mondo da una certa ottica, spesso perché ormai è una deformazione professionale, però sono amanti dell’arte, della letteratura del cinema e del teatro, di tutto ciò che è insito nella cultura in generale, mai chiusi soltanto nel loro mondo di scienza, a differenza di chi proviene da una cultura umanista e guarda alla tecnologia e alla scienze con diffidenza e superiorità.
Ho notato che ad una mostra d’arte, sicuramente si incontrano almeno due fisici, difficilmente invece avviene il contrario in una mostra a carattere scientifico.
A differenza di quanto si potrebbe pensare, è un popolo molto numeroso ma che si conosce poi più o meno tutto. Può capitare così, che passeggiando in solitario sul Plateau Rosas, mentre si sta ammirando un paesaggio marziano, ci si senta chiamare e si scopra, che le uniche altre persone presenti sono colleghi.
Altra loro passione, oltre alla fisica intendo, è la lettura. Ogni casa di Fisico è completamente invasa da bellissime librerie, cariche di testi di ogni genere, si spazia dagli ovvi trattati scientifici della materia, ai classici, ai romanzi gialli, alla fantascienza, altra grande passione di una certa percentuale di loro, non manca la letteratura straniera e spesso anche qualche testo teatrale.
Amano moltissimo la tecnologia in ogni sua forma, quindi si aggiornano sulle ultime novità nel campo, dai cellulari ultima generazione, ai palmari, ai PC portatili, all’Ipod, MP3….. cercando di utilizzarli al massimo e con grande inventiva, una delle loro caratteristiche insieme alla tenacia.
Una volta entrati in possesso del gioiellino elettronico, cominciano ad armeggiare per comprenderne il funzionamento, la consultazione dei manuale è chiaramente bandita, è considerato un oltraggio alla loro intuizione.
Ogni fisico, non teorico è ovvio, dato che generalmente è uso dover trovare soluzioni fantasiose per superare problemi tecnici sul lavoro, si sente in grado di essere un bravissimo elettricista, elettronico, idraulico e quant’altro serva in casa per le riparazioni.
Purtroppo però, le soluzioni spesso sono poco ortodosse, funzionali per qualche tempo, ma a volte causano più danni di quanti credano di ripararne, mentre altre volte, il problema si considera superato ma ad occhio esperto, la soluzione presa, risulta molto fantasiosa.
Come per la consultazione dei manuali, anche il chiamare un esperto del settore è considerata un’onta alla loro creatività tecnologica ed alla loro capacità.
Il Fisico deve essere persona che ama viaggiare. I congressi, gli innumerevoli incontri di lavoro, lo portano spesso in giro per il mondo. Non tutti hanno questa caratteristica, che io credo importante, quindi si sentono stressati, e vengono considerati pantofolai dai colleghi giramondo.
Come in ogni aggregazione umana che si rispetti, anche loro sono molto soggetti al gossip. Voci di corridoio giungono sempre ad orecchie attente, c’è chi ne fa tesoro, chi le ignora, chi ci si diverte e chi, essendone oggetto, si infuria. Fisichella 2000, parafrasando il noto giornale scandalistico, non accenna ad avere crisi.


Tutto quello contenuto in questo scritto è osservato con gli occhi astigmatici di una moglie ironica. Nessun fisico è stato abbattuto, torturato o ucciso in questo testo, ogni riferimento è puramente casuale... Tranne uno. Non sono state distrutte apparecchiature elettroniche, che Dio ce ne scampi!



Questa opera è tutelata secondo le  condizioni previste da questa licenza creativecommons















1 commento:

  1. Cara Carla,

    potremmo unire le tue osservazioni alle mie...accompagnata da un ingegnere guidato non come ci si aspetterebbe da lineare e scarna razionalità tesa a scomporre in moduli...ma da incomprensibile autistico genialoide caos partenopeo-borbonico!!!

    Grazie per il tuo racconto, mi sono divertita come una matta :-))
    Elisa

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