La fisica: materia
misteriosa, affascinante per alcuni, astrusa ed incomprensibile per
altri.
Io appartengo alla
seconda categoria. Il mio primo approccio “alla scienza” fu alla
scuola media, quando attraverso i disegni esplicativi del libro di
scienze, appresi il funzionamento delle leve ed i loro tre gradi. Con
mia enorme sorpresa scoprii così, che molte cose di uso comune,
vengono influenzate dalle leggi della fisica.
Passata alla scuola
media superiore, ebbi finalmente coscienza che la materia non faceva
per i miei gusti. Frecce tracciate, i vettori in termine tecnico, accompagnavano formule
astruse, leggi da dimostrare delle quali non ho mai capito
l’importanza e ormai completamente svanite dalla mia mente.
Il mio primo contatto
con un fisico, parola che non definisce un abitante di chissà quale
pianeta strano ed incomprensibile, ma persona che si dedica alla
studio della scienza fisica, che per me era quasi la stessa cosa, fu
con il mio professore di fisica delle superiori. Uomo definito
affascinante dalle mie compagne di classe, non da me, che vi vedevo
un personaggio più intento a pavoneggiarsi tra le tante ragazze
estasiate della sua presenza, che interessato a spiegare il principio
della termodinamica.
Questo per anni fu la
mia unica esperienza al riguardo, conclusa con somma gioia da parte
mia che ho sempre odiato tutto ciò che si può definire con formule
e numeri.
Il destino però a
volte gioca con le nostre vite e magari si diverte pure a
stuzzicarci, così ha fatto in modo di mettere insieme me, persona
poco incline alla materia e… “Il Fisico”: l’uomo per
eccellenza, quello che appartiene alla categoria e ne porta la
bandiera a testa alta. Vivere con una tale persona non è cosa
facile. Un fisico, per prima cosa, vede il mondo in modo particolare,
soltanto lui riesce a vedere particelle e forze che si agitano
intorno a noi, così, quando meno te lo aspetti, lo vedi con aria
assorta tutto preso da chissà quali calcoli matematici, mentre
osserva una pallina che rimbalza sul pavimento. Tu guardi la stessa
pallina, ma a parte il colore ed il fatto che fa rumore non noti
nulla di più, lui invece ci vede molto altro.
La cosa si ripete
spesso, magari mentre si sta infilando un calzino, improvvisamente
gli si accende la lampadina, chissà cosa ha
attirato la sua attenzione, non si scoprirà mai. Ti lamenti perché odi lavare i
pavimenti? Ebbene che problema c’è? Arriva Lui, e comincia a
snocciolarti un possibile robot che ti potrebbe sollevare da ogni
fatica. Lo vuoi, ti chiede speranzoso? Ma guarda un po’, pensi, io
lavo e fatico e lui mi prende anche in giro!
Invece non prendeva in
giro affatto, l’uomo di scienza a volte è preponderante, alla fine
dopo anni, scopri che il robot da lui ipotizzato è stato
costruito e lo vendono altri.
Questa è l’altro
faccia dell’uomo di scienza. Spulciare le piccole particelle
dell’universo, andargli anche a rompere le scatole per far sbattere
la testa le une contro le altre, ma non avere mai il senso degli
affari.
Si suda e si lavora per
la conoscenza, dato che fa rima con scienza. Non importa nulla, non
importa il mondo fuori, il fisico è razza umana a parte. A volte
dimentica anche di mangiare, tanto è preso “nell’avvitar
bulloni”, come mi piace definire prosaicamente l’attività.
Dalle sue tasche,
sempre piene, escono fili di rame, piccole viti, bulloni, a volte
minuscoli cacciaviti, dimenticati nei numerosi momenti di
distrazione, causata invariabilmente dall’esperimento in atto.
Quello descritto poi, è
il fisico solitario. Se si mettono insieme più fisici, allora è
come “eccitare”, in gergo scientifico, cariche negative e
positive, le particelle si ricombinano ed esce fuori un equilibrio
particolare, un mondo tutto speciale e un po’ chiuso in sé stesso,
dove chi è “fuori” di questo mondo, spesso fatica a
comprendere. Quando due o più fisici si trovano insieme, scatta
spesso un particolare meccanismo o comunicazione non verbale tra
loro, allora, li si vede fare capannello attorno ad un banale
giochino infantile, e tutti si ritrovano a bocca a aperta a
guardarlo, come fosse la scoperta scientifica del secolo, ma tu,
misero mortale non capirai mai cosa loro vedano, stai lì
semplicemente ad osservare la scenetta, indecisa se classificarli più
bambini dei figli o grandi scopritori.
Il “fisico nucleare”
nella credenza popolare, è colui che ha l’aria da pazzo, i capelli
dritti e gli occhialetti sul naso, guadagna come un nababbo ed è
perennemente preso dalle leggi dell’universo, che cerca di
catturare in complicate formule espresse su una lavagna.
Nulla di più lontano
dalla realtà. Magari non ha capelli per niente, non porta
occhialetti perché ci vede benissimo o quasi, e non guadagna una
barca di soldi, però è vero, che è molto preso dalle leggi
dell’universo ma non sempre le esterna su una lavagna, la maggior
parte delle volte le tiene per sé nei suoi innumerevoli ed astrusi
quaderni, impilati sulla scrivania.
La scrivania del mio
Fisico, è una estensione del suo cervello caotico. Lui dice di avere
tutto sotto controllo, di avere un ordine ben preciso. Tu guardi e
vedi la teoria del caos. Ogni sua scrivania è uguale a sé stessa,
sapresti che è sua soltanto vedendone una.
Il Fisico medio, è
anche tipo molto affamato, mai assistito ad una cena ufficiale? Sarà
perché spesso dimentica di mangiare per avvitar bulloni, ma appena
si radunano un certo numero di fisici davanti ad un rinfresco, è
stato provato con complicati calcoli matematici che ci sarà
l’assalto immediato per l’accaparramento del miglior boccone.
Triste è chi non si getta nella pugna, resterà sicuramente a becco
asciutto.
Passiamo ora
all’abbigliamento, probabilmente hanno uno stilista segreto tutto
per loro e non vogliono farcelo conoscere, uno che li ha studiati a
lungo ed ha disegnato per loro lo stile del Fisico per eccellenza.
Pantaloni all’ultimo
grido fisichese, un po’ larghi, leggermente calati, probabilmente
chiazzati qua e là, perché sottoposti alla prova macchia
indelebile. Felpa anonima di un bel grigio topesco, o maglione di
lana che varia dalla nuance del blu universo profondo al color buco
nero.
Molto spesso il loro
stilista li consiglia di spagliare i calzini, non si devono
uniformare alla massa del popolo pecorone, che diamine! Sono vietati
i calzini anonimi, meglio a strisce colorate tipo Krasty il clawn dei
Simpson, oppure uno grigio acceso ed uno marrone terra bruciata,
tanto nell’ambiente difficilmente si noteranno.
Mai osservare le scarpe
del Fisico per eccellenza, sicuramente impolverate, forse anche con
qualche ragnatela, che si è formata nelle tantissime ore passate a
far calcoli. Lui non ci fa caso, e ti guarda con occhi sgranati
quando glielo fai notare. Davvero? - non me ne ero accorto –
soggiunge - ma non posso perdere tempo per simili quisquilie inutili.
Facoltativo invece è
l’uso della cravatta, considerato accessorio scomodo, odioso e
costrittivo per eccellenza.
Qualcuno ama portarla,
ma viene sempre considerato eccentrico nell’ambiente, di costui, si
mormora dietro le quinte, che deve avere sicuramente nobili origini.
Spesso invece, “l’accessorio” viene completamente dimenticato
nell’armadio, e gli viene fatta prendere aria più o meno
periodicamente in occasione delle sedute di laurea. Per il fisico,
abituato a trovare spiegazioni di cose sconosciute, sarebbe troppo
semplice indossarla come un normale mortale. Lui no! Ovviamente la
ripiega, stando attento a non sgualcirla troppo e la ripone nella
tasca, indossandola in corridoio, mentre corre nell’aula, dove deve
assiste alla seduta di laurea, questo perché la cerimonia esige un
minimo di etichetta.
La giacca, alcuni la
indossano in occasioni importanti, altri la ignorano comunque. Si
tratta di accessorio di solito abbinato ai pantaloni, non si vede
quasi mai un fisico in completo come un manager. Bisogna portare alta
la bandiera della categoria, perciò, una bella giacca di tweed viene
spesso abbinata a jeans, inseguendo uno stile un po’ casual, tipico
del Fisico, il quale mai chiude l’ultimo bottone della camicia che
indossa sotto, solitamente ricoperta dal maglioncino anonimo.
Devo spezzare una
lancia in loro favore, sono persone con interessi che spaziano a 360
gradi. E’ vero che esaminano il mondo da una certa ottica, spesso
perché ormai è una deformazione professionale, però sono amanti
dell’arte, della letteratura del cinema e del teatro, di tutto ciò
che è insito nella cultura in generale, mai chiusi soltanto nel loro
mondo di scienza, a differenza di chi proviene da una cultura
umanista e guarda alla tecnologia e alla scienze con diffidenza e
superiorità.
Ho notato che ad una
mostra d’arte, sicuramente si incontrano almeno due fisici,
difficilmente invece avviene il contrario in una mostra a carattere
scientifico.
A differenza di quanto
si potrebbe pensare, è un popolo molto numeroso ma che si conosce
poi più o meno tutto. Può capitare così, che passeggiando in
solitario sul Plateau Rosas, mentre si sta ammirando un paesaggio
marziano, ci si senta chiamare e si scopra, che le uniche altre
persone presenti sono colleghi.
Altra loro passione,
oltre alla fisica intendo, è la lettura. Ogni casa di Fisico è
completamente invasa da bellissime librerie, cariche di testi di ogni
genere, si spazia dagli ovvi trattati scientifici della materia, ai
classici, ai romanzi gialli, alla fantascienza, altra grande passione
di una certa percentuale di loro, non manca la letteratura straniera
e spesso anche qualche testo teatrale.
Amano moltissimo la
tecnologia in ogni sua forma, quindi si aggiornano sulle ultime
novità nel campo, dai cellulari ultima generazione, ai palmari, ai
PC portatili, all’Ipod, MP3….. cercando di utilizzarli al massimo
e con grande inventiva, una delle loro caratteristiche insieme alla
tenacia.
Una volta entrati in
possesso del gioiellino elettronico, cominciano ad armeggiare per
comprenderne il funzionamento, la consultazione dei manuale è
chiaramente bandita, è considerato un oltraggio alla loro
intuizione.
Ogni fisico, non
teorico è ovvio, dato che generalmente è uso dover trovare
soluzioni fantasiose per superare problemi tecnici sul lavoro, si
sente in grado di essere un bravissimo elettricista, elettronico,
idraulico e quant’altro serva in casa per le riparazioni.
Purtroppo però, le
soluzioni spesso sono poco ortodosse, funzionali per qualche tempo,
ma a volte causano più danni di quanti credano di ripararne, mentre
altre volte, il problema si considera superato ma ad occhio esperto,
la soluzione presa, risulta molto fantasiosa.
Come per la
consultazione dei manuali, anche il chiamare un esperto del settore è
considerata un’onta alla loro creatività tecnologica ed alla loro
capacità.
Il Fisico deve essere
persona che ama viaggiare. I congressi, gli innumerevoli incontri di
lavoro, lo portano spesso in giro per il mondo. Non tutti hanno
questa caratteristica, che io credo importante, quindi si sentono
stressati, e vengono considerati pantofolai dai colleghi giramondo.
Come in ogni
aggregazione umana che si rispetti, anche loro sono molto soggetti al
gossip. Voci di corridoio giungono sempre ad orecchie attente, c’è
chi ne fa tesoro, chi le ignora, chi ci si diverte e chi, essendone
oggetto, si infuria. Fisichella 2000, parafrasando il noto giornale
scandalistico, non accenna ad avere crisi.
Tutto quello contenuto in questo scritto è osservato con gli occhi astigmatici di una moglie ironica. Nessun fisico è stato abbattuto, torturato o ucciso in questo testo, ogni riferimento è puramente casuale... Tranne uno. Non sono state distrutte apparecchiature elettroniche, che Dio ce ne scampi!
Questa opera è tutelata secondo le condizioni previste da questa licenza creativecommons
Cara Carla,
RispondiEliminapotremmo unire le tue osservazioni alle mie...accompagnata da un ingegnere guidato non come ci si aspetterebbe da lineare e scarna razionalità tesa a scomporre in moduli...ma da incomprensibile autistico genialoide caos partenopeo-borbonico!!!
Grazie per il tuo racconto, mi sono divertita come una matta :-))
Elisa