A te navigante...

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domenica 28 luglio 2013

Imbottigliato




Questo racconto è stato scritto anni fa, lo stile era più grossolano di quello che ho raggiunto nel tempo. E' divertente e si tratta di un esercizio di scrittura da "Saper scrivere" dispense preparate in collaborazione con la scuola Holden. Ora che mi sono data un po' di arie e messo i punti e le virgole al loro posto iniziate anche a leggere.



La radio, sta dando le notizie sul traffico. 
- La Tangenziale è bloccata, si consiglia di prendere una strada alternativa. Sul Raccordo si procede a passo d’uomo a causa di un incidente all’altezza dell’Appia…
Roma è completamente bloccata. Oggi, il Presidente degli Stati Uniti è in visita ufficiale nel nostro Paese.
Le misure di sicurezza stanno causando il blocco totale della città.
Gli automobilisti sono incolonnati disordinatamente, come accade sempre. Le macchine strette le une alle altre, così tanto che gli specchietti laterali quasi si sfiorano e non c’è modo di uscire dalla macchina.
La gente è impaziente, quasi imbestialita e i clacson suonano all’unisono, seguendo il più veloce di tutti, quello che inizia il concerto.
Lui, è lì, al volante, sbuffante, guarda impazientemente l’orologio, mentre procede in prima, un colpo all’acceleratore, uno al freno.
Ascolta la radio sulla frequenza dell’Aci viaggiare informati e la cosa non lo consola più di tanto. Ha fretta, una fretta spaventosa, sa che non può arrivare in ritardo che stanno contando sulla sua presenza, ma lui è lì, come centinaia di altri romani inviperiti.
Alza lo sguardo per un attimo, mentre è fermo e guarda il suo vicino di macchina. 
L’altro fa la stessa cosa, nello stesso momento e immediatamente, dà di gomito al suo passeggero. Dall’altro lato della vettura, in una piccola Smart, c’è un omone che quasi a stento entro nel minuscolo abitacolo, lo sta osservando con meraviglia. Improvvisamente tutti smettono di suonare. Lui si accorge che stanno guardando dalla sua parte. Si indispettisce, mentre ingrana la marcia accelerando.
- Mai nessuno che si faccia gli affari propri! - Esclama mentre gli squilla improvvisamente il cellulare.
- Signore, urge la sua presenza, il segnale è stato attivato.
- Lo so, l’ho visto, ma per la miseria! Come ne esco?
- Provi col dispositivo a destra del cruscotto.
- Non posso, non c’è abbastanza spazio per la manovra, sono imbottigliato a Piazza S. Giovanni.
- Non so che suggerirle signore. E’ però importante che lei sia presto sul posto.
A questo punto cerca di fare una manovra azzardata, si infila a sinistra in un buco lasciato libero ma è come giocare a scacchi. 
Quasi schiaccia un motorino che era sbucato improvvisamente, e sente:
 - Ma tu guarda st’imbecille! Se crede Batman! –
Finalmente, il traffico pian piano comincia a districarsi. Lui, riesce a mettere la seconda, la terza e sgommando per l’impazienza, frena con un forte stridio, il semaforo rosso gli scatta in quel preciso istante.
Poco più in là, all’imbocco della Colombo, ci sono le forze dell’ordine schierate per controllare eventuali veicoli sospetti. C’è il codice rosso e la sicurezza del Presidente Usa, in ballo.
Scatta il verde, accelera. Il fischio insistente  e prolungato dell’agente che agita la paletta verso di lui, lo ferma di nuovo. 
– Non è possibile! - Esclama.
- Favorisca i documenti prego! Gli intima l’agente, con forte accento romanesco.
- Scusi agente, mi stanno aspettando, ho un impegno urgentissimo, la prego mi faccia passare.
- Patente e libretto! - Continua l’agente di Pubblica Sicurezza, come se non l’avesse udito.
Lui, cerca nella tasca e glielo porge.
- Aho, ma guarda questo qua, se crede de fa lo spiritoso! Esclama l’agente.
- Ce segua prego!
- Ma che ho fatto?
- E’ vietato guida’ cor vorto coperto, ma come j’è venuto ‘n mente, propio oggi, che  sta a venì a Roma er Presidente?
- Accosti e scenna da’ machina!
- Posso almeno avvertire?
- Nun se dovrebbe, ma, va be’,  telefoni, ma ‘n fretta! 
-Alfred, scusa, mi ha bloccato la polizia, dice che mi debbono trattenere. Lo so, ho tentato di dirglielo che c’è il segnale acceso, che mi stanno chiamando, ma non sentono ragioni.
- J’ho detto: telefonata breve!
- Allora, da come risurta da’ patente, lei se chiama Bru-ce Wa-y-ne… -
Sillaba l’agente, non riuscendo a leggere bene il nome.
- Ma che ce sta a fa’ vestito così, co’ sta’ maschera sur viso? 
- Come? Batman? Er segnale? L’emergenza?- 
- Seee!
-  Se lei è Batman, io che so’? Superman?
- Ma te senti questo qua! 
- Anto’ chiama er caro attrezzi, che mo’, sto’ Batman  e qua’ batmobile, i portamo ‘n centrale!

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