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domenica 5 gennaio 2025

Un mondo magico

Un paio di ali doppie e trasparenti erano tutto ciò che si poteva notare. Si libravano nell'aria, in alto, lassù dove nessuno avrebbe pensato di guardare. Non facevano nessun rumore, non un ronzio. Se qualcuno avesse alzato lo sguardo, avrebbe visto soltanto le ali e un corpicino minuto attaccato, ma nessuno guardò. Se lo avesse fatto, avrebbe pensato ad una libellula che si era persa nel bosco. Le ali si posarono chiudendosi, nascoste sotto un minuscolo abito azzurro come il colore del cielo. Un corpo snello e minuto posò i suoi piedini sul terreno e si nascose sotto il cappello di un grande porcino. Passò del tempo e altre ali apparvero. Pian, piano le fate si posarono a terra. Ognuna aveva un abito impalpabile di un colore diverso, tutti i colori della natura. Il verde brillante dei prati, il rosso dei papaveri in fiore, il bianco delle nuvole e c'era persino il blu della notte stellata. Cliona, la fata dall'abito azzurro, stringeva al petto un sacchetto. Esso conteneva una cosa molto preziosa: la polvere di fata. - Sorelle – disse, la sua voce sarebbe stata percepita dall'orecchio umano, come un timido stormire di foglie al soffio di una brezza leggera. Vi ho fatte venire perché sta succedendo qualcosa di sconosciuto, si verificano fatti inspiegabili e gli eventi sono negativi. - Troppo ottimista, io direi catastrofici! - Esclamò Aileen. - Dunque è successo anche nel vostro villaggio – Sussurrò timidamente Anya guardandosi intorno con timore. - Se ne parla in ogni piccolo angolo del nostro mondo e non solo del nostro – Disse Aileen. - Avete sentito gli Elfi? - Ho sentito, sorella Cliona. - Giungono voci anche dalle terre di Arrenal, la patria dei Troll. - Se è per questo io ho sentito dire, dalla cugina della Fata Suprema, che anche lassù sul monte Manos gli orchi sono stati colpiti. - Per la Madre di tutte le Fate! Gli Orchi, i più temuti del grande Regno! - Esclamò Anya. - Quando è cominciata? - Chiese Aileen. - Due giri della luna gialla, a quattro passi dallo scoglio del Drago. - Persino alla tana Drago? - A quattro passi, sì – Rispose Cliona. - Avete le vostre bacchette? - Chiese Aileen. - Sorella soltanto una, sono sparite tutte. - Ora anche le bacchette! Cosa faremo senza? - Anya, c'è la polvere di Fata. - Non molta a dire il vero, è rimasta soltanto questa – Cliona mostrò il sacchetto. - Non potreste chiederne altra alla Fata Suprema? - Sua Eccellenza non si riesce più a trovare. - Dobbiamo trovarla. Forse qualcuno l'ha rapita? - Non si sa nulla, Aileen. - Avete provato ad interrogare il fumo fatato? - Non dice più nulla. Non vuole rispondere. - Dobbiamo cercare aiuto negli Elfi – Concluse Anya. - Hai ragione, non c'è alternativa. Il piccolo stormo di fate si rimise in volo verso l'isola di Gherinal, dove viveva una florida comunità di Elfi, sui quali regnava Legaldor da molte centinaia d'anni. Fino ai famosi due giri di luna gialla, il regno degli Elfi aveva vissuto nella ricchezza, data dall'estrazione della pietra di rowin, molto rara e che si trovava soltanto nel loro sottosuolo. Ora, però, tutto era cambiato. Re Legaldor era gravemente malato, giaceva chiuso nelle sue stanze. - Sua maestà non può incontravi – Rispose stizzito il gran ciambellano alle fate. - Non può... - Cominciò Aileen - Farsi... - Continuò Anya. - Negare – Concluse Cliona. Ognuna pronunciava la parola di una frase e tutte insieme facevano una gran confusione. - Vi prego signore Fate – Piagnucolava il gran Ciambellano. - Cosa è successo? - Non posso dirlo ma è cosa inaudita! - Concluse il gran Ciambellano allontanandosi. - Dobbiamo chiedere in giro, quello non parlerà di certo – Disse Cliona. - Hai ragione sorella. Le tre fate, svolazzando di qua e di là come api operose, alla fine vennero a sapere qualcosa. - Voi ci credete a quello che si dice in giro? - Io ci credo! - Esclamò Anya. - Non lo metto in dubbio, tu credi sempre a tutto – Disse Cliona con fare materno. - Stavolta però ci credo anch'io – replicò Aileen – Con tutto quello che sta succedendo nel mondo delle fate, perché non crederci. - Dunque tu credi che a Re Legaldor sia davvero scomparso un braccio e che prima di scomparire sia diventato improvvisamente trasparente? - Certamente! Non è scomparsa anche la Fata Suprema? - Sì ma non in porzioni! - Esclamò Cliona. - E se fosse successa la stessa cosa? - Oh Grande Madre! Non ci avevo pensato – Disse Anya sgranando gli occhi. - Gli Elfi non possono aiutarci dobbiamo armarci di un grande coraggio e chiedere altrove. - A chi stai pensando Cliona? No, a loro no! - Gridò Anya - Non ci vengo neanche io, lì! - Esclamò Aileen. - Se vogliamo salvare il mondo intero dobbiamo – Disse Cliona - Dalle Streghe? - Rimarcò Aileen. - Senza bacchette per proteggerci dai loro incantesimi malefici e con poca polvere di Fata, dove credete di andare? - Strillò Anya. - Se quello che sta succedendo è così grave, sarà capitato anche a loro qualcosa di nefasto e capiranno – Concluse Cliona per convincerle. - Certamente! Ma potrebbero anche scagliarcisi addosso per salvare la loro pelle. Sono fatte così lo sapete anche voi – Disse Aileen - Dobbiamo rischiare. Solo i loro poteri forse ci salveranno – Mentre parlava così Cliona, ad Anya cominciò a diventare trasparente la mano sinistra. - Per la Grande Madre di tutte le Fate! Anche noi siamo in gravissimo pericolo. - Aiuto! - Gridò spaventata Anya. Le fate senza indugiare oltre si alzarono in volo, sorreggendo la sorella Anya che pian piano andava divenendo sempre più eterea e sofferente. - Presto, fate presto! - Gridava Cliona. La Terra delle Streghe era racchiusa in una buia foresta, dove la luce del Grande Astro non penetrava. Fumi neri e puzzolenti uscivano dal terreno, lì dove esistevano le loro abitazioni. Quattro sentinelle, a cavallo di scope, volavano in perlustrazione perenne, appena scorsero le tre fate scatenarono una tempesta di fulmini. - Non cerchiamo scontro! Cerchiamo aiuto - Gridò Cliona. Per tutta risposta ebbe una grassa risata sarcastica. - Siamo nemiche da sempre. Voi, minuscole benevole fatine zuccherose, cosa volete da noi? Le fate, stremate, chiesero udienza alla Grande Strega suprema Dahut. Tra i singulti di Aileen e le frasi concitate di Cliona, raccontarono tutto quello che sapevano, mentre, la sofferente Anya scompariva sempre di più. La Suprema Dahut stette ad ascoltare in silenzio, nascosta da un lungo mantello nero che non faceva intuire le sue deformità. - Consulteremo la sfera ruotante! - Carman, Irce portate la Sfera nel salone degli incantesimi – Ordinò la Strega Suprema. - Sia chiara una cosa – Puntualizzò prima del rito, puntando un dito ossuto contro le fate. - È soltanto una tregua. Dette poi iniziò all'incantesimo del Futuro Nebuloso. Quello che vide lasciò di stucco anche lei, avvezza a ogni tipo di nefandezze e crimini. - Stiamo morendo – Disse alzando le braccia ossute al cielo. - Dobbiamo combattere, dobbiamo resistere – La pregò Cliona. - Troppo tardi – Disse Dahut. - Ma chi è il nemico? Cosa ci sta annientando? - L'Illuminismo! - Rispose la Grande Strega. E aveva ragione, perché di lì a qualche tempo dopo, quel mondo pezzo a pezzo scomparve, per lasciare il posto alla Grande Scienza e da allora gli uomini, quando vedono volare una Fata dicono che è una libellula che ha perso la strada.

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