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lunedì 30 dicembre 2024

Il topo condominiale

Una giornata sonnacchiosa quel venerdì, vigilia dell’Epifania, accompagnata dalla malinconia della fine delle feste e quindi del ritorno in città. Si sarebbero dovuti smontare gli addobbi, ma ci avremmo pensato l’indomani, quando la Befana, fatto il suo ingresso trionfale, sulla scia della sua scopa, si sarebbe portata via tutte le feste, accompagnando i Re magi nei presepi. Sulla messaggistica del cellulare si accavallavano i messaggi di amiche “Befane”, con scambio di auguri reciproci. Nel rispondere a questo o quel messaggio, con le classiche raccomandazioni di far revisionare la scopa, prima della partenza notturna, si evidenziò la chat di condominio. La chat fu aperta per eventuali problemi da risolvere, il come, però, è stato sempre a discrezione dello scrivente. C’è quello criptico, che scrive due parole, “attenzione energumeni per le scale”, frase che scatena, ovviamente, domande e panico. Si guarda dallo spioncino e si trattiene il respiro al suono del campanello. - Da me è passato, ma non ho aperto - Tre o quattro pignoli che vogliono puntualizzare lo stesso concetto. Quel 5 di gennaio la suoneria della messaggistica iniziò a trillare impazzita. Che sarà successo mai? Sarò scoppiato un tubo del gas? Manca l’acqua o manca la corrente e non torna? Anche questo è uno degli argomenti della chat. - A voi manca la corrente? - Tante le risposte di assenso, tutti quei “sì” sull’attenti, uno sotto l’altro che sottolineano la mancanza dell’energia elettrica nel condominio. Appena torna, stessa procedura, ma al contrario. Stavolta il problema, però, era nuovissimo, mai successo da quando c’è la chat. Parte la suoneria e la domandona: - Qualcuno ha mai avuto il sospetto che dentro casa vi fosse entrato un topo? Le risposte si accavallavano, chi non ne aveva mai visti, chi ne aveva acchiappati ben 3, con la colla, al primo piano. I topi scatenano fobie ancestrali. Era divampata la paura. Le frasi si accavallavano, ma era come udire le urla di panico: - Chiamate l’amministratore, la disinfestazione, i pompieri! - Dagli al topo!- Ci e mancato poco che la gente corresse per le scale coi forconi e i fucili. Intanto il topo, ignaro di tutta l’attenzione, continuava le sue scorribande nell’appartamento, dove era stata avvistato. Aveva smangiucchiato qua e là, aveva fatto i suoi bisogni, dopo i lauti pasti. Le tracce insomma erano inequivocabili. - Nel piano, sotto le cantine, ce ne sono - hanno sottolineato - sarà salito da lì. La domanda che la maggioranza si è posta è stata: - Da dove sarà entrato nell’appartamento? Dalle finestre o dalla porta? - hanno chiesto. È stato risposto che era tutto chiuso e serrato, le inquiline erano assenti da qualche giorno. La domanda a questo punto restava senza una risposta certa. - C’è da bonificare l’ambiente, che cosa posso usare, in attesa della donna delle pulizie? - Chiedeva una delle inquiline. - Con la candeggina, è ovvio! - Le hanno risposto. L’inquilina incalzava con le domande, ormai completamente nel panico. - La ditta non verrà prima del 10, che fare se il topo fosse ancora intrappolato? Una sfilza di risposte scorrevano velocemente sullo schermo del cellulare. - Colla! Trappola! - Io non sono intervenuta, ma me la ridevo silenziosa. Quando sono incappata nello stesso problema nella casa in campagna, ho riso molto meno. - La colla non prende i topi di una certa dimensione – Rispondeva qualcuno. Da cosa avevano dedotto il peso del topo, non fu dato sapere. Due giorno dopo, ripartiva la chat a raffica. Le affittuarie, fatto un consulto, da amici di amici, erano sicurissime che si fosse trattato di un topo arrampicatore, salito dalla tazza del gabinetto. Il motivo, forse, risiedeva negli scarichi, parzialmente occlusi. Il consulente, amico di amici, aveva tratto le sue conclusioni. Dalle inquiline, poi, sono stati pubblicati messaggi pieni di particolari, li definirei “scatena panico”. - Vanno bonificati i locali e stappate le tubature, tutte! Nei giorni a seguire continuarono i bollettini di bonifica dell’appartamento e la caccia al topo non aveva ancora dato esito positivo. Probabile che la bestiaccia se la sia risa alla grande, dietro tutti quei messaggi che l’avevano resa famosa. Qualche tempo prima che arrivasse la disinfestazione, alle inquiline venne in mente di smontare il letto con contenitore. La bestia era lì, rimasta intrappolata, nella stanza chiusa apposta. Una delle due, temeraria, lo ammetto, con il cestino del bidone della spazzatura lo catturava facendosi riprendere trionfante col bottino. Il video, veniva pubblicato, poi, in chat. Noi, tutti, ammiravamo la temeraria con la sua preda. Il topo, affannato, si arrampicava su e giù nel bidone chiuso, per scappare. Era un topo di una certa stazza, quasi un topo regale, mica un misero topino d’appartamento. - Ce ne siamo liberate! - hanno scritto le inquiline nella chat. Lì sono andata in panico anche io, niente mazzata in testa? Ho pensato. - Dove? Per le scale? - chiedevo, immaginandomi già la bestiaccia che correva su e giù per i gradini. Se fosse entrata in casa, in un momento di distrazione, con la porta aperta, mi avrebbe fatto scappare i due gatti dalla paura. Sono gatti da croccantini non certo da toponi. - No, nel giardino sotto casa – rispondevano. Speriamo non abbia imparato la strada per tornare a casa, pensai in quel momento. Partirono gli applausi virtuali sulla chat. - Brava! Che coraggio! La prossima volta chiamiamo te per la derattizzazione. Un momento di gloria per la ragazza, un sospiro di sollievo dal condominio. L’ultima raccomandazione che ci è stata impartita fu di chiudere il coperchio della tazza del gabinetto. Ora ogni volta che uso il bagno ho un po’ d’inquietudine, non sia mai che incappi in un topo da quinto piano? Fu così che per un po’ la chat tacque.

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