A te navigante...
A te navigante che hai deciso di fermarti in quest'isola, do il benvenuto.
Fermati un poco, sosta sulla risacca e fai tuoi, i colori delle parole.
Qui, dove la vita viene pennellata, puoi tornare quando vuoi e se ti va, lascia un commento.
Fermati un poco, sosta sulla risacca e fai tuoi, i colori delle parole.
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giovedì 6 marzo 2025
Lettera ad un amico
Mio carissimo amico, mi permetti di chiamarti mio? Non ti ho mai detto quanto fossi importante per me, per noi. Sempre silenzioso e discreto, stai fermo nel compiere il tuo lavoro. Ci doni tanto, noi non ti ringraziamo abbastanza, ma distruggiamo poco, a poco la tua casa.
Caro albero di ulivo, dal tronco secolare, la tua corteccia è segnata dagli anni che hai attraversato. Da migliaia di piccole creature che ti hanno sfiorato e a cui hai offerto casa, cibo. Interminabili file di formiche laboriosamente passano sul tuo tronco, è la scorciatoia per il formicaio, la loro casa.
I tuoi rami cercano la luce e il calore del sole, si protendono verso il cielo, vestiti di foglie perenni. Sei elegante come un sovrano. Le radici ben piantate nella terra, si fanno strada, allungandosi alla ricerca di quell’acqua che è il tuo nutrimento. Ai tuoi piedi, oh maestà, dormono beate volpi, ricci appallottolati e roditori satolli dei tuoi frutti.
Sei stato venerato nella storia, hai dato luce e nutrimento, unguento che ha curato ogni malanno.
Ora la terra l’abbiamo avvelenata, ti chiedo umilmente perdono per i miei simili. Distruggono tutto e finiremo per distruggere noi stessi. Lasceremo a te, ai tuoi simili e alla fauna che la abita, il tempo di riprendervi il pianeta.
Ti ammiro e mi prostro alla tua regalità, oh ulivo centenario. Abbraccio il tuo tronco come un amico ritrovato e perso da lungo tempo. La tua corteccia graffia la mia pelle, aspiro il tuo profumo, mi riparo sotto la tua chioma grigio verde. Il sole ormai brucia e secca, l’acqua scarseggia, a volte avvelenata, non so quanto noi resteremo con te, tormentandoti. Ti prego non morire, non ho voglia di guardare il tuo scheletro distorto e disseccato dalle sofferenze.
Piangi le tue lacrime d’oro verde, dal sapore pungente, le mescoleremo al nostro sudore salato. Sei cresciuto con il duro lavoro di chi dissodò la terra grassa per te, di chi ti trovò una casa confortevole in cui crescere e ti nutrì con tutto l’amore che il suo cuore aveva. Ti sei sdebitato abbastanza con noi. Ti auguro di poterlo fare in salute per tanto tempo ancora.
Un giorno potrai guardare le nostre anime volare e nutrirti delle ceneri di tutta l’umanità.
Un grandissimo abbraccio. Ti voglio bene.
Dedicata ai nostri 13 ulivi, tre dei quali portano il nome dei nostri genitori.
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