A te navigante...

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domenica 29 gennaio 2012

Scirocco

Da splinder 10.3.2009

E’ sulla sabbia arroventata che inizia il suo gioco, come un bimbo birichino, ama nascondersi tra le dune, le scompiglia facendole un poco arrabbiare e loro si camuffano per dispetto, per non farsi riconoscere.
Secco, asciuga ogni lacrima, ma deposita nei cuori, minuscoli grani di sabbia dorata. Scivola sulle superfici inclinate delle antiche piramidi ed urlando entra negli antri secolari, per carpire segreti dimenticati di antiche civiltà ormai scomparse. Solletica l’immobile sfinge, che non se ne cura, restando imperturbabile, lui, forse vendicandosi della sua indifferenza, ne ha scalfito l’impietrita secolare fierezza e lei ne porta orgogliosamente i segni sul volto.
Si incupisce e stufo del silenzio asciutto si eleva vibrando, sbuffando, urlante verso quel mare che troppe volte l’ha visto passare e che trema, s’inarca, mugghiando spumeggiante per  difendersi dai suoi attacchi rabbiosi. Ora non è più birichino, è forte e vuole conquistare il mondo, va, verso nord per incontrare altri suoi simili.
E’ guerra di venti, l’esercito minaccioso di nubi s’aggroviglia, combattendo un corpo a corpo, dove non si distinguono più le une dalle altre,confuse ormai in un nero tappeto di armature, che portano sventura, a volte morte. Gonfiano e strappano le vele, bagnano i volti, scendendo come lacrime di sale, amare e brucianti sulle ferite.
Non è contento, non basta ancora, lambisce le coste sbattendo le onde impazzite e ormai stremate sulle pietre traslucide di luna.
Olmi ossequiosi ed impauriti, abbassano le teste fino a terra, si prostrano alla furia prepotente. Qualcuno osa sfidarlo e lui offeso l’atterra, lasciandone sul campo di battaglia, pezzi di corpi rattrappiti dal suo alito umido e caldo.
Turbinii di foglie, celano pensieri segreti e scompigliando capelli ne restano impigliate, dispettose, aggrappandosi all’ultima speranza di una vita che le abbandona.
Uno sbattere d’imposte colpisce l’orecchio, mentre vetri s’infrangono tagliando e recidendo ogni speranza di pace e fratellanza.
E’ tempo di fare bilanci, di scegliere tra  il caldo rifugio silenzioso, lontano dal fischiare, che irosamente s’insinua in ogni crepa, allargandola e lacerando ogni ulteriore sentimento di pace; oppure decidere di coprirsi, e facendosi scudo contro la furia e l’orrore, affrontarlo, cercando di placarlo per aggrapparsi all’ultimo raggio di sole che si colora d’arcobaleno all’orizzonte.


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