La città giardino, nacque in
Inghilterra alla fine del XIX secolo. In quel periodo, l'aumento del
lavoro nelle fabbriche e il conseguente richiamo in città di operai,
fece nascere zone di degrado urbano, dove mancavano servizi
essenziali con un abbrutimento di chi era costretto ad abitarci, per
via dei costi bassi.
Allo scopo di riunire in un solo luogo,
gli agi della campagna e i servizi di città, vicino ai luoghi di
lavoro, si sviluppò l'idea per la realizzazione dei quartieri,
denominati, città giardino.
Letchworth |
Questa originaria idea fu ripresa e
sviluppata da Ebenezer
Howard, che aveva come principale obiettivo quello di salvare la
città dal congestionamento e la campagna dall'abbandono.
In queste zone, accanto a villini
unifamiliari, c'erano negozi, servizi e una chiesa, posta in zona
centrale. Si cercò di evitare lo sviluppo di borgate o di città
dormitorio.
Villino a Montesacro |
L'idea fu ripresa anche a Roma, sorsero
così il quartiere Montesacro e la Garbatella. Il primo, cominciò
a sorgere nel 1919 tramite un'iniziativa di un comitato delle
ferrovie dello stato si cercò di seguire un modello inglese di
edificazione che prevedeva di rendere ai cittadini una vita meno
disagevole. L'idea fu di creare una Garden City (la più grande del
mondo), da cui il nome della città in italiano. L'edificazione fu
commissionato al "Consorzio Città-Giardino Aniene" su
progetto di Gustavo
Giovannoni, ma l'ideazione del nuovo quartiere si deve a Alberto
Calza Bini ed a Filippo
Cremonesi.
Targa a Piazza Benedetto Brin |
Alberto Calza Bini, qualche anno dopo,
realizzò in parte, anche alcune costruzioni del quartiere
Garbatella. La prima pietra fu posta, a piazza Benedetto Brin dal re,
Vittorio Emanuele III il 18 febbraio del 1920, sulla quale si legge:
«Per la mano augusta di S.M. il Re Vittorio Emanuele III l'Ente
autonomo per lo sviluppo marittimo e industriale e l'Istituto delle
case popolari di Roma con la collaborazione delle cooperative di
lavoro ad offrire quieta e sana stanza agli artefici del rinascimento
economico della capitale. Questo aprico quartiere fondano oggi. XVIII
Febbraio MCMXX.»
Piazza Benedetto Brin alla Garbatella |
Interno lotto 5 alla Garbatella |
Il rapporto tra le metrature dedicate
al verde "privato" e quelle edificate, nei primi lotti
costruiti fu tra i più alti nell'Italia dell'epoca, si conciliava
così l'esigenza di chi, venuto dalla campagna, poteva coltivare un
piccolo orto familiare, pur lavorando in fabbrica. La zona della via
Ostiense era allora, una delle zone più industrializzate della
città.
Si creò un'aggregazione sociale,
particolarmente coesa e solidale ma un po' distaccata dal resto di
Roma.
Questa coesione e solidarietà, è
ancora rimasta in chi vi è nato, come ho più volte ribadito, non si
riesce a distaccarsene e si resta molto ancorati alle radici.
Una strada di Jordaan |
In altra città europea, Amsterdam, in
tempi anteriori, nacque il quartiere De Jordaan. Nel XV secolo, il
secolo d'oro olandese, vi furono trasferiti gli operai, per allocarli
in zone vicine alle industrie e per liberare le zone più centrali e
ambite dalla città. Strappato, anche questo al mare, inizialmente
era un luogo malsano e difficile da vivere. Si sviluppò per questo
motivo, una forte solidarietà e coesione tra gli abitanti che restò
per secoli. Agli inizi del XX secolo era ancora un quartiere operaio
ma con il passare del tempo divenne un quartiere "alla moda",
un po' come la Garbatella attuale. Ad Amsterdam lo considerano una
città nella città, che ci fa ricordare? Il mondo nel mondo di Roma
che è la Garbatella, stesso modo di vivere il territorio.
Le origini del nome sono incerte: si pensa che derivi dal fiume
Giordano che scorre in Palestina oppure si pensa che gli Ugonotti,
fuggendo dalla Francia
dove erano perseguitati, si insediarono in questo quartiere e lo
chiamarono Jardin, Giardino in francese, che con il
passare del tempo divenne Jordaan,
la città giardino, anche se non nel concetto inglese.
Passeggiando tra le sue strade, si respira quasi aria di casa, si
percepisce la particolarità, il modo di vivere, un po' chiuso. E'
una cosa che ho notato e mi ha colpita molto, forse perchè nata
anch'io in una città nella città.Jordaan - Non sembra un lotto? |
Le sedie |
Tavolo nella via |
C'è molto verde, nelle strette strade di Jordaan, tra i suoi palazzi, sono racchiusi giardini, apparentemente invisibili. Ho trovato due particolari, che lasceranno incuriositi anche voi, “le sedie”, messe lì per futuri incontri tra vicini, e un tavolo davanti ad un'abitazione, in tutto uguale a quello del lotto nove, su via Luigi Orlando, dove due signore, si dilettano d'estate a giocare a carte. Riguardo "le sedie", esse sono situate a lato del lotto otto di fronte al bar detto "de Paolo" per quelli della Garbatella non c'è bisogno di spiegazioni, ma per chi non fosse del posto, le "sedie" vengono incatenate, si vede nella foto, per evitare furti e se ne servono alcuni anziani per chiacchierare d'estate.
Garbatella- tavolo lotto 9 su via Orlando |
Garbatella - le famose "sedie" |
fonte: wikipedia
foto: alcune prese in internet alcune sono mie.
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