Foto di Tiziana V. |
Un ponte è una struttura
utilizzata per superare un ostacolo naturale o artificiale, che si
antepone alla continuità di una via di comunicazione. Avremo dei
ponti propriamente detti se l'ostacolo è rappresentato da un corso
d'acqua, avremo dei viadotti se l'ostacolo è una vallata
(discontinuità orografica), avremo dei cavalcavia se l'ostacolo è
rappresentato da un'altra via di comunicazione dello stesso tipo di
quella attraversante.
Del cavalca ferrovia sulla linea
Roma-Ostia e metro B, ne avevamo sempre sentito parlare. Sulle
vecchie mappe della Garbatella, era anche segnato tratteggiato. Se ne
parlò, molti sperarono di vederlo finito, per averne un ritorno
nelle loro attività commerciali. Poi non se ne parlò più. Era
diventato un'utopia, in piccolo, fu la nostra “Salerno-Reggio
Calabria”, parole e parole ma nulla di più.
Il mio amico lottootto , scrisse sul
suo blog: “Un mondo...nel mondo di roma”, il 9 dicembre 2011,
quando la costruzione del ponte era ormai una certezza:
“Mio Padre, che nel 1964 avviò un
negozio di elettricità (si chiamava così allora) a Via Badoero,
dove non c'era nulla di quello che c'è ora, ma campagna aperta, mi
diceva, che avrebbero fatto da lì a poco un ponte che avrebbe
allungato la Circonvallazione Ostiense fino alla via Ostiense,
proprio perchè erano collegati anche i nomi delle due vie,
aggiungeva che le macchine di passaggio sarebbero aumentate e quindi
il negozio si sarebbe avviato meglio.
Beh, siamo nel 2011 sono passati 50 anni, ... (vabbe
ne mancano 3 a 50 anni), mio padre non c'è più, il negozio
nemmeno, le macchine sono troppe sto ponte prende forma, bisogna dire
che in Italia le cose una volta decise... cotte e magnate, si fanno
subito.
C'è chi dice che Mejo tardi che mai !! questione di
vedute.”
Del cavalca ferrovia tra la
Circonvallazione Ostiense e la via omonima, si parlava già nel anni
sessanta, era stato previsto dal Piano Regolatore Generale del 1962,
ma non fu mai portato a termine. Il ponte avrebbe dovuto collegare la
via Cristoforo Colombo con l'Ostiense. Se ne era iniziato a parlare,
a livello urbanistico, già nel 1939 ma l'idea restò tale per molti,
molti anni.
Solo nel 2003-2004 è iniziata però
l'elaborazione del progetto e l'approvazione è avvenuta tra il 2006
e il 2009. Alla conclusione della gara d'appalto l'opera è stata
assegnata all'impresa Cimolai. Non appena iniziati i lavori di
bonifica del terreno sono intervenuti i funzionari della
Sovrintendenza Archeologica che li hanno interrotti per terminare una
campagna di sondaggi su alcune aree non ancora esaminate della zona.
Tutto questo ha causato forti ritardi,
ed infatti solo nel maggio 2010 è iniziata la realizzazione
effettiva del ponte.
L'opera, disegnata
dall'ingegner Francesco Del Tosto s'ispira al ponte de la
Barqueta di Siviglia, i cui autori sono Juan Arena e Marcos
Pantaleon, e per i ponti ad arco dell'Architetto Santiago Calatrava,
in particolare al puente
Almeda di Valencia.
Ponte Almeda - Valencia |
In
questo caso romano, il progetto esecutivo del ponte ha subito delle
modifiche geometriche piuttosto marcate come l'arco reticolare che
riprende la tipologia strutturale reticolare del Gazometro. La
tipologia dell'arco è stata scelta perchè sia nel sottosuolo della
circonvallazione Ostiense che in quello di via Ostiense e di via
Benzoni è presente il collettore del fiume Almone che è costituito
da una galleria in muratura di 10 metri di diametro oltre alla
presenza di altri impianti fognari. Inoltre sarebbe risultato molto
difficile poter lavorare nell'area ferroviaria senza interrompere la
metropolitana e la linea per Ostia, di conseguenza si è giunti alla
soluzione dell'arco con soli tre punti d'appoggio.
E'
composto da una piattaforma stradale costituita da due carreggiate
separate, ciascuna con tre corsie per senso di marcia. È stata
ricavata anche una pista ciclabile (ai lati di entrambe) larga circa
un metro e mezzo.
L'architettura del nuovo ponte, con i suoi 160 metri di sviluppo longitudinale, disegna un complicato arco di tubi bianchi che passano a meno di un metro dalla linea aerea del treno e raggiunge una altezza di circa 125 metri.
L'architettura del nuovo ponte, con i suoi 160 metri di sviluppo longitudinale, disegna un complicato arco di tubi bianchi che passano a meno di un metro dalla linea aerea del treno e raggiunge una altezza di circa 125 metri.
Il
design della struttura reticolare, reso possibile grazie alle
tecniche più avanzate di elaborazione grafica, è esaltato dalle
luci Led.
Per il progetto sono stati impiegati gli apparecchi Led
Ledway Road
di Cree, che si integrano perfettamente con l’ambiente circostante.
Il progettista, l’architetto Francesco Bianchi, ha assegnato un
ruolo fondamentale all’illuminazione del ponte e della strada
sottostante, lavorando con soluzioni
a Led
di ultima generazione. Per l’intero progetto sono stati utilizzati
in totale 45 apparecchi, di cui 8 su strada, 24 sul ponte, 13 nei
parcheggi sottostanti.
La
struttura, dalla progettazione alla realizzazione ha diviso i pareri
degli abitanti del quartiere. Molti l'aspettavano da anni, altri ne
criticano l'impatto visivo poco consono all'architettura del
quartiere e la scarsa utilità, visto che i mezzi pubblici di
superficie non possono passarci per le difficoltà di manovra
nell'imboccarlo. Si dice perciò che il ponte, non abbia risolto il
problema traffico su via Benzoni e via Pellegrino Matteucci.
Comunque
sia, tra polemiche inevitabili e ritardi, il ponte è operativo e a
mio parere, del tutto personale, dona una caratteristica futurista a
una Garbatella in evoluzione, con un piede nella sua storia recente e
uno proteso nel nuovo. Molto scenografica l'illuminazione notturna
che regala alla zona, l'atmosfera di capitale europea. Bello ed
anche utile per chi proviene dalla Colombo e vuole immettersi
direttamente nell'Ostiense.
Fonti:
caragarbatella.it
illuminotecnica.com
Nessun commento:
Posta un commento