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domenica 14 aprile 2013

E' soltanto un medical drama




Caravaggio - Cavadenti


Succede a volte di trovarsi nostro malgrado ad essere protagonisti di sfaccettature di vita che sembrano una fiction.
E' successo.
Va di moda il medical drama, come lo chiamano gli americani, storie della vita dei personaggi, mescolati a scene drammatiche in pronto soccorso, in sala operatoria o tra infermieri.
Gli interpreti dello storia che sto per narrare non fanno parte della fantasia, presi dalla vita reale sono passati però sotto le lenti spesse della mia ironia.

Personaggi e interpreti:

Carla detta kamomilla ma non è afroamericana. Nelle fiction americane, Carla è un nome di colore, in questo caso è romana di Garbatella.
Il medico di famiglia che chiameremo dott. Danny Hope.
Il dentista di fiducia Joseph Littlesea.
Unità di odontoiatria dell'Ospedale Good Brothers.

Finita la sigla di apertura, con musica melensa di sottofondo, la scena si apre con Carla, davanti allo specchio, intenta a spazzolarsi i denti come ogni sera.
Distratta pensa alla puntata di Gray's Anatomy che sta per incominciare mentre passa lo spazzolino dall'alto in basso, come le hanno insegnato fin dalle elementari.
Un'imprecazione si ode nell'aria. Carrellata e primo piano sullo specchio, la musica di sottofondo cessa.
- Cosa è successo? -  chiede il consorte dall'altra stanza, intento a cercare il suo programma preferito che innegabilmente cambierà sospirando, al sopraggiungere di Carla, perchè Gray's Anatomy non si può perdere.
- Credo mi sia venuta un'infezione al dente – E lo dice a bassa voce. Già vede il preventivo sventolato dal dottor Littlesea.
- Quale? Quello che ti ha curato due mesi fa? - Chiede lui con tono preoccupato, forse per il dente e magari anche per l'esborso.
- Probabile – Aggiunge lei, imprecando di nuovo.
- Ti fa male? Fai un po' vedere? - Chiede lui, inforcando gli occhiali e sparando a lei la luce in faccia.
- Non si vede molto – Lei sorride, si aspettava la risposta. L'età impone lenti più spesse, ma non glielo dice, concentrando il discorso sul dente incriminato.
-  Domani lo chiamo, Littlesea – Chiude l'argomento lei, e impreca di nuovo.
Qui la scena si chiude, con lei accoccolata sul divano, una carrellata sullo schermo e la dottoressa Meredith Gray che spara la frase d'effetto della puntata in onda. Carla però, non segue molto, comincia a farsi attanagliare dall'ansia e sopraffare dalla sua proverbiale fobia per i camici bianchi.
Dissolvenza.
La nuova scena si apre con lei, che parla al telefono con la segretaria del dottor Littlesea.
-  Potrei parlare con il dottore?
- Mi spiace il dottore è occupato al momento, se vuole può dire a me e io lo riferirò.
Carla, stavolta con la pazienza di una kamomilla bollonte, si mette a spiegare alla ragazza.
Lei gira il problema al medico e riporta la risposta.
- Il dottore ha detto di prendere gli antibiotici – Sconsolata, perchè lo sapeva già o almeno lo sospettava fortemente, Carla, vuole sapere quali. In un rimpallo tra la ragazza, Carla e il dottore si ottiene poi la risposta definitiva.
- Quelli che prende sempre – Ma chi se li ricorda? 
Altro giro e finalmente viene fuori l'agognata penicillina.
- Domani scenda in studio e il dottore le darà un'occhiata.
Dissolvenza.

Stesa sulla poltrona odiata, con le narici piene d'odore di disinfettante e la luce sparata negli occhi, sta a bocca aperta.
- La apra più che può. Lei la spalanca fin quasi a slogarsi la mascella che fa  male.
Lui, infila un dito guantato di lattice in bocca, palpa, spinge sul rigonfiamento, mentre lei trattiene il respiro in attesa di risposta.
- A me sembra una ciste.
Si fa un silenzio raggelante. Lei annaspa nelle sue misere conoscenze ma non afferra il problema.
La musica si fa assordante per coprire il rumore del panico che si sta insinuando nei meandri sinaptici del cervello di lei.
- Un'ortopanoramica! - Esclama lui – con quella si vedrà se ho ragione.
Le puntate aumentano, siamo già alla terza e senza il riassunto delle puntate precedenti.
Telefonata, appuntamento, orario e giorno, ritiro referto e di nuovo dal dottor Joseph, ormai lo chiameremo per nome, sta diventando un personaggio di spicco in questa vicenda.
- Lui prende la lastra, la mette controluce, osserva ma non capisce.
- Il quadro non è chiaro, sembrano più cisti e forse è stato preso anche il seno nasale.
- Come? - Chiede lei inebetita e glielo fa ripetere almeno due volte.
- Io non posso intervenire, dovrei fare un consulto con il mio chirurgo ma temo che sia un intervento da fare in ospedale.
- Come? Ospedale? - Chiede di nuovo lei ormai sull'orlo della demenza. Lui, pazientemente le spiega nei dettagli come crede si presenti il problema ma a questo punto è meglio fare un dentascan, La scena è sottotitolata: tac ai denti.
Musica tragica di sottofondo, panoramica sul volto di lei, con mascelle contratte e pupille dilatate dal panico.
Dissolvenza.
Telefonata, appuntamento, orario e giorno, ritiro referto e di nuovo dal dottor Joseph. 
Lui nemmeno guarda tutte le proiezioni, tante piccole fettine sottilissime della mascella della paziente. Prende il dattiloscritto e legge soppesando le parole. Le rilegge, separa le frasi, riflette, rilegge di nuovo. 
- E' come avevo ipotizzato. C'è una ciste e va tolta.
- Lei al culmine del panico pronuncia ciò che nessuno ha voluto dire fino a quel momento.
- Potrebbe essere cancro? - Lo dice così, brutalmente. E' meglio non girarci intorno e togliersi il dente.
- Non direi, potrebbe essere una sinusite che si è propagata oppure il contrario.
Su quel condizionale lei, si raggela. Del doman non v'è certezza!
Dissolvenza e sigla di chiusura.
Nella nuova puntata vedremo il dottor Joseph che si consulta col suo amico di vecchia data, Danny Hope. Loro hanno studiato insieme scegliendo però specializzazioni diverse. Il dottor Hope è medico generico,  di famiglia. E' il medico di famiglia di Carla e sa tutta la sua storia medica.
Danny e Joseph ne parleranno a lungo giungendo a conclusioni discordanti.
Sigla di apertura.
Panoramica sullo studio medico del dottor Hope.
E' pieno zeppo di gente pur essendo quasi orario di chiusura. Stasera il dottore dovrà prolungare fino all'ultimo paziente.
Numero 28!
- Che numero è entrato? - La solita vecchietta distratta.
- Il 28 – Le risponde un ragazzetto distogliendo lo sguardo dall'Iphone.
- Allora io sto dietro di lei – Aggiunge la vecchietta.
Carla, infastidita dalle chiacchiere insulse, sfoglia e risfoglia una vecchia rivista di gossip, è di sei mesi fa ma lei neanche la guarda.
E' il suo turno ed entra. E' lì per altro, non per il dente, ma visto che ormai il pensiero non l'abbandona né giorno, né notte, ha pensato di fargli dare un'occhiata al dentascan.
Lui la precede.
- Sei stata da Joseph, vero? - 
Lei lo guarda interrogativamente prima di mettere a fuoco che i due si sono consultati. Il cervello vortica, immaginando cose inenarrabili.
Non fa trapelare nulla al dottore, lei crede.
- Sì, ho portato il dentascan – Lui, come Joseph, neanche guarda le proiezioni del dente, prende il dattiloscritto e conclude:
- E' una ciste!
Ma dai? I telespettatori non lo sapevano!
- Pensa sia una cosa grave? - Non lo dice questa volta ma lui coglie al volo.
-  Va operata, analizzata e non si può escludere, ci si deve andare coi piedi di piombo.
Lei esce, le gambe le tremano, quasi inciampa sui gradini. Arriva trafelata a casa e sbattendo la porta alle sue spalle piange. Dapprima le lacrime iniziano come pioggerellina e neanche volevano uscire. Poi è un uragano, un fiume in piena. I singhiozzi quasi la soffocano e lei tossisce e singhiozza, soffiandosi il naso con la Scottex.
Qui si chiude la scena, inglobando il fulcro dei medical drama: la tragedia  umana.
Dissolvenza su un tappeto di fazzoletti appallottolati in terra.
Telefonata, appuntamento, orario e giorno. 
Dalla scoperta della pseudo ciste, sono passati dieci giorni e cinque puntate.
La scena si apre con la sirena di un'ambulanza che corre imboccando il pronto soccorso dell'ospedale Good Brothers. 
Carla, ha fissato l'appuntamento per una nuova visita. Il poliambulatorio si trova dalla parte opposta del fiume, di fronte alla vecchia costruzione.
Entra e si trova nell'astronave di Star Trek.  Sembra di stare in una fiction, pensa lei, e si accomoda su una poltroncina che sembra la sala d'attesa del ceckin all'aeroporto. Il dispay sulla parete fa scorrere lettere e numeri, pronunciati dalla voce meccanica del computer di bordo.
Ogni porta è contrassegnata da una delle sigle chiamate. Non si può sbagliare.
E' il suo turno, entra e viene invitata a sedersi sulla famigerata poltrona.
Il dottore, medico dentista ospedaliero, si fa riassumere il caso.
Prende il dentascan, e non guarda per niente il dattiloscritto.
-E' una canalare fatta male.
Sottotitoli per i telespettatori: è stato tolto male il nervo.
- Va rifatta e nella peggiore delle ipotesi si toglie il dente.
- Come? - Certo che questa benedetta ragazza si ripete troppo spesso.
Il medico pazientemente ripete.
- Non è una ciste? 
- No. E' una forte infezione all'apice delle radici. Sono fiducioso che le potremmo salvare il dente.
- Salvare il dente? - Pensa lei - ma se neanche pensavo di salvare me.
La scena si chiude su una stretta di mano e un foglio consegnato per l'appuntamento con lo specialista in terapia canalare. 

La fiction per ora s'interrompe, in attesa di nuovo sviluppi, le puntate verranno riprese al più presto.

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